Per Sant’Agostino il male è non
sostanziale. Non è pensabile che provenga da Dio, in quanto Dio è Amore, bensì
solo dall’uomo. Per Kant, il male è profondamente radicato nella natura umana
ed è impossibile estirparlo. Rousseau invece sostiene che il male è qualcosa
che è al di fuori dell’uomo, che risiede negli aspetti terreni e materiali
della società (ma non è forse la società composta da uomini?) e nell’800 Marx
avrebbe spostato l’intera questione bene-male da un punto di vista politico e
soprattutto della lotta di classe . Dal male come interno all’uomo e
proveniente dall’uomo stesso ( e quasi del tutto impossibile da sconfiggere)
della filosofia antica, si passa quindi a considerare il male come esterno all’essere
umano ed eliminabile attraverso politica e scienza. Hanna Arendt nel suo famoso
“La Banalità del Male” analizza il processo al gerarca nazista Eichmann: ciò
che viene fuori dall’analisi della scrittrice, è che chiunque avrebbe potuto
essere Eichmann. La cosa più spaventosa infatti che emerse dal processo era che
egli era una persona completamente normale e ciò rendeva possibile che chiunque
vi si potesse identificare. Sarebbe stato sufficiente essere privi di idee:
Eichmann infatti non aveva idea, non si rendeva minimamente conto di cosa
stesse facendo. Era lontano dalla realtà che lo circondava e questo per l’Arendt
fu il male: essere inconsapevolmente strumento di un male superiore, in questo
caso il nazismo, essere talmente banali da essere facilmente manipolabili dal
male come fu appunto per Eichmann.
Ma fatte le dovute riflessioni su
cosa sia il male per i filosofi e gli storici, la domanda che ultimamente mi
sono posta è: il male è necessario?Come si potrebbe infondo definire cosa sia
il bene se non avessimo un parametro di giudizio?Come posso dire di stare bene
ed in salute se non conosco il male fisico? Se il male fisico non si fosse mai
manifestato e non si manifestasse, io non saprei cos’è il benessere fisico. E
sotto un punto di vista più morale, interiore, se io non ho mai provato dolore,
angoscia, tormento, come posso essere sicura che ciò che vivo in assenza di
questo sia bene?Il bene è ciò che si
manifesta in assenza del male, e viceversa il male è ciò che si manifesta in
assenza del bene. L’uno e l’altro sono quindi reciprocamente dipendenti: uno non
può esistere in presenza dell’altro ma contemporaneamente non può esistere
senza l’esistenza dell’altro. Non esisterebbero
gli eroi se non ci fossero i mostri. Paradossalmente quindi il male è
necessario. Il male serve per comprendere appieno cosa sia il bene. Se ci si
ferma a pensare, tutto si basa sul contrasto bene o male: non apprezzeremmo la
luce se non sapessimo cos’è il buio. E cosi che non conosceremmo l’amore se non
sapessimo cos’è l’odio, né saremmo in grado di apprezzarlo completamente. I
contrasti che creano equilibrio, principio alla base del concetto di Yin e Yang
appartenente alle più antiche filosofia cinese e nelle sue religioni, Taoismo e
Confucianesimo.
Si giunge quindi alla conclusione
che il male sia necessario. Ma è quindi giusto tentare di estirpare la parte
negativa, “malefica” che è contenuta in ognuno di noi? E’ giusto fingere che
questa parte non esista, è giusto nasconderla e soprattutto non accettarla? Non
sarebbe forse meglio educare le persone ad accettare che ognuno di noi contiene
una parte malvagia, oscura, ma che ciò che conta è saperla vincere? Non sto
infatti dicendo che accettando il fatto che ognuno di noi sia anche cattivo, si
dia libero sfogo a questa parte che molti, per paura ma anche e soprattutto per
ipocrisia tentano di tenere nascosta . Bisogna conoscere ciò che teniamo
nascosto dentro di noi per poterlo tenere sotto controllo qualora si
manifestasse in maniera eccessiva e per poter soprattutto capire cosa sia in realtà l'azione giusta da compiere. Ma negare la dualità dell’animo umano, il
suo essere buono ed allo stesso tempo cattivo, è sbagliato tanto quanto
lasciare completamente libere le pulsioni maligne che, ogni tanto, prendono
chiunque.
Col tempo, continuo a fare mia l'idea di Agatha Christie: il Male si annida nei piccoli centri abitati, all'interno dei quali si manifesta nella sua totale potenza... il Bene è troppo occupato a sopire in "downtown" ed è un vero peccato dato che è proprio il controllo delle periferie che decreta lo sviluppo e l'ampliamento dei grandi centri urbani... vedi, mia cara blogger, del Male ho sempre apprezzato la pervicacia e la sua costanza nell'impegno, mi ha sempre affascinato la perfidia, che è il suo profilo più intelligente e fantasioso... ma ho sempre avuto te della sua immagine più ovvia: la cattiveria, eterna figlia dell'ignoranza, ergo minacciosa, violenta e imprevedibile!!!
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