martedì 15 maggio 2012

La previdibilità della stupidità.

Ho volutamente omesso alcune informazioni sul mio conto, pensando che fossero inutili e che questo blog mi avrebbe aiutata a farmi conoscere saltando tutto quel giro di cose che in ogni conoscenza sono infondo basilari. Io sono nata a Reggio Calabria, ma non ci vivo più da anni ormai. E senza perdermi in descrizioni sulla bellezza della mia terra, del meraviglioso panorama che si staglia dal chilometro più bello d'Italia, devo in questa sede confessare che molto spesso ormai pensare a Reggio mi suscita un profondo senso di tristezza e sdegno per le condizioni in cui ormai riversa. E non parlo solamente di condizioni "fisiche" con le zone periferiche della città che sembra abbiano ingaggiato una gara  di degrado con le favelas brasiliane e sui soldi che l'amministrazione comunale sceglie ogni estate di usare per riempire le serate reggine con improbabili manifestazioni musicali anzichè risolvere quei problemi, come la mancanza d'acqua, che in una città che si fregia del titolo di "Città Metropolitana" non dovrebbero nemmeno esistere. Parlo di quella pochezza, povertà morale ed etica che ormai da un pò di tempo sembra governino imperiosi le menti di alcuni miei, ahimè, concittadini e che esprimono tale pochezza con gesta degne del cattivo più stupido dei film. Perchè, a mio parere, per compiere certe azioni non è necessaria solo una cattiveria di fondo che comunque è palese...bisogna proprio essere stupidi, limitati nel pensiero e nel ragionamento. Si era già cominciato settimane fa, quando un ragazzo omosessuale è stato aggredito in pieno centro città, nei pressi del teatro comunale,  da un manipolo (se mi è concesso) di fulgidi cretini che avevano inizialmente indirizzato verso il ragazzo insulti omofobi a cui si erano poi aggiunte anche le critiche dell'infermiere che ha poi curato il ragazzo per le percorse subite.
E' di oggi invece la notizia che il centro sociale Cartella ha subito un attacco, anzi un vero e proprio attentato, neofascista che l'ha praticamente distrutto: la scorsa notte alcuni personaggi ancora ignoti si sono introdotti nella struttura, inzozzandola (permettetemi il termine) con scritte inneggianti a Mussolini e svastiche naziste sul murales dedicato a Che Guevara e dando poi fuoco alla struttura. Quello che è accaduto, oltre appunto ad essere la manifestazione di un grande senso di stupidità e limitatezza, non è che la summa di una serie di piccoli incidenti che il centro sociale stava già subendo da parecchio tempo: dalla colla nei lucchetti fino ad episodi più consistenti, come la razzia di generi alimentari e soldi che il centro Cartella aveva raccolto per festeggiare il primo maggio. Il gesto di questa notte è in qualche modo prevedibile. Apro quindi una piccola  digressione; è ormai chiaro come il cielo d'agosto che i tempi della Primavera reggina realizzata dall'amato sindaco Falcomatà, sono ormai un ricordo lontano e che sfuma sempre più. Reggio è ormai a tutti gli effetti una città dove il fascismo regna sovrano e incontrastato: basti pensare alla decisione dell'allora sindaco Scopelliti (e ora governatore della Calabria) di intitolare nel 2006 l'Arena dello Stretto al capo del gruppo conosciuto come "Boia chi Molla" Ciccio Franco  e alla proposta di intitolare piazza Orange ad un altro esponente della destra estrema, firmatario anche del manifesto della razza, Giorgio Almirante. E' una città con un buco di 170 milioni di euro, i cui dirigenti si suicidano misteriosamente.
Ma qui non è tanto l'essere fascisti il problema, o il punto della questione. Io sono di idee diverse, ma come tutte le persone democratiche sono dell'opinione che ognuno debba essere libero di seguire le proprie idee. E non voglio fare assolutamente di tutta l'erba un fascio: conosco persone che si definiscono fasciste o che abbracciano anche solo in parte questa ideologia, ma che sono tra le persone più educate ed intelligenti che conosca.
Non voglio, sebbene ammetto di pensarla cosi, tirare fuori fatti storici che servirebbero a confermare la mia tesi, come l'assurdità di auspicare un ritorno ad un epoca buia come quella del fascismo: per me qui non si tratta solo della semplice lotta politica. In questo caso, come ho scritto più volte io mi sento più di parlare di stupidità: quella stupidità che impedisce a chi compie questi atti deprecabili di comprendere che appunto, la liberà di pensiero è sacrosanta, cosi come il diritto/dovere di esercitarla in maniera non violenta e senza sconfinare nelle altrui libertà. E chi ha compiuto questo attentato, ha violato dal primo all'ultimo questi diritti.

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