domenica 13 maggio 2012

Oh Capitano, mio Capitano.

C'è sempre un pò di tristezza negli addii. Anche se infondo, la persona che ci dice addio, non l'abbiamo mai vista dal vivo, nè ci abbiamo mai scambiato due parole. Io, quando Alex ha esordito nella Juventus era il 1993  io avevo 6 anni: all'epoca di calcio non me ne interessava molto. Tifavo Juventus, perchè mio padre è juventino e ha sempre ripetuto che si può diventare milanisti, interisti ecc...ma juventini si nasce, è una cosa che ti porti dentro e per me non poteva essere altrimenti. Per me la Juve è stata un altro modo per stringere ancora di più il legame con mio padre; non ci capivo niente di calcio (adesso non è che sia una stratega di tecniche calcistiche, ma mi vanto di capire cos'è un fuori gioco) ma vedere le partite con lui mi piaceva, mi divertiva. E se guardi la Juventus, non puoi non innamorarti di Del Piero. O per lo meno, per me è successo cosi...a poco a poco ho cominciato ad affezionarmi, se cosi si può dire per una persona che nemmeno sa che esisto, alla figura di questo calciatore che iniziò a giocare durante il periodo di assenza di un altro grande della storia del calcio, Roberto Baggio, e che per le sue capacità fu preferito a quest'ultimo che venne ceduto al Milan. Qui faccio una breve parentesi: alla Juventus ci sia affeziona come una famiglia, o per lo meno a me è successo cosi, ed è per questo che tutti gli addii dati alla Juve sono stati tristi per me; ed ecco perchè non ho subito provato simpatia per Del Piero, che aveva praticamente preso il posto di Baggio. Ma non si può non apprezzare Del Piero. A prescindere dalla tifoseria, dall'appartenere o meno alla squadra bianconera, Alex è uno di quei giocatori che dentro e fuori dal campo si distinguono per la grandissima classe ed umiltà, per non aver mai detto o fatto qualcosa fuori posto, qualcosa di eccessivo. Del Piero per me, era la Juventus. Lo dico magari anche con poco spirito patriottico, ma era l'unico motivo per cui guardavo la Nazionale, cercando con un pò di ignoranza calcistica ed incapacità di capire i motivi che avevano spinto l'Avvocato a dargli il soprannome di "Pinturicchio". Non sono capace di fare commenti tecnici sul suo modo di giocare, nemmeno conosco le parole adatte. Non so nemmeno, e forse questo mi penalizza come tifosa, il numero di trofei vinti, o dove abbia militato prima della Juventus. Infondo non è questo ciò che fa grande un uomo, questo fa grande il calciatore; ed è indubbio che lui come calciatore sia stato (quant'è brutto usare il passato per riferirsi a lui!) uno dei grandi della storia non solo della Juventus, ma del calcio. Si potrebbero citare mille giocatori, suoi avversari che hanno lodato le sue capacità e qualità di giocatore: Cristiano Ronaldo, Messi, Ronaldinho, Maldini, Maradona. Ma infondo, ad Alex non ci si affeziona per il numero di gol fatti e per l'importanza degli avversari che lo hanno lodato. Alex era ed è a tutti gli effetti la bandiera portante della Juventus, l'emblema, il simbolo. L'una è impensabile senza l'altra. Eppure, da oggi dobbiamo cominciare a farcene una ragione. Alex ha dato l'addio alla Juventus, sebbene tutti noi tifosi juventini (e ammettetelo, anche i non juventini) speriamo sempre che la dirigenza bianconera ci faccia una sorpresa annunciando il tanto atteso accordo tra la società ed il calciatore. Perchè è ancora impensabile per molti, dare l'addio ad una persona che dentro e fuori ha sempre dato tutto. Una persona che, personalmente parlando, ho sempre definito con un unico aggettivo: elegante. Alex era elegante nel campo, sia nei movimenti che nel fair play. Niente di mai eclatante, anche quando magari la sua rabbia poteva giustificare gesti magari troppo estremi che altri non si sono mai risparmiati. Nessuna parola fuori posto, anche quando avrebbe avuto mille motivi per urlare: il suo silenzio, in questi casi, valeva molto di più come ogni vero campione che si rispetti. Uno che quando la sua squadra è retrocessa in serie B, ha dichiarato "Un cavaliere non abbandona mai una Signora". Niente gossip su di lui che ha sposato, non una velina o una modella, ma una commessa, una che non è mai apparsa su nessuna rivista e di cui (grazie a Dio) non conosciamo ogni centimetro di pelle. Mai sopra le righe, esattamente come lui; ed infondo anche per questo Del Piero si distingueva, tra miliardi di giocatori che esibivano ed esibiscono love story con modelle ed attricette, ricchezze esorbitanti e capricci degni di una star di Hollywood più che di un giocatore di calcio italiano.
Niente di tutto questo in lui, che anche quando faceva beneficenza lo faceva senza mai farsi troppa pubblicità, senza cercare attenzione mediatica su di sè, ma solo su quello che era impegnato a fare.
Ecco, è impossibile non commuoversi vedendo Alex inchinarsi davanti a 41 mila tifosi che si dimenticano che  c'è in corso una partita e chiamano a gran voce il suo nome, e che alla fine fa un giro di campo nascondendo la commozione, la stessa commozione che i tifosi della Juventus invece non riescono a nascondere.
E' impossibile non commuoversi specie per chi, come me, l'ha visto crescere in questa magnifica squadra, sia come uomo che come giocatore.
Alex è uno degli ultimi, se non l'ultimo, vero capitano, con buona pace di tutti gli altri giocatori che almeno dal punto di vista ''umano'' avrebbero tanto da imparare da lui. E il suo addio offusca un pò, il giorno della festa scudetto della squadra. E in cuor mio, come tutti, spero sempre che la dirigenza ci ripensi, e che io tra qualche tempo possa scrivere un post dal titolo "Pinturicchio è tornato".


Una menzione speciale va ad un altro grande calciatore, che proprio con Alex ha formato quella che per me è stata la migliore coppia del calcio italiano: Filippo Inzaghi. Ed anche lui oggi ha dato l'addio al calcio, giocando l'ultima partita con la grande rivale della Juventus, il Milan.
A me, tutto questo fa venire un grande senso di commozione. Si è ormai capito, penso, che sono una persona malinconica e molto affezionata a certi periodi della mia vita: e questi due addii (ricordo anche che oggi hanno lasciato anche Gattuso, Nesta e Seedorf) infondo segnano non solo la storia delle due squadre, ma anche un pò la mia e di tutte quelle persone che giocavano a calcio (si, io "giocavo" a calcio da piccola) da piccoli litigandosi il "nome" di Del Piero o quello di Inzaghi, o che si emozionavano a vederli giocare insieme e infondo, sentivano sempre una sorta di "fastidio" nel vederli giocare come rivali.





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