sabato 2 giugno 2012

Si all'abolizione del valore legale del titolo di studio.

Giorni fa, mentre ero in facoltà per sbrigare le pratiche burocratiche relative alla laurea, mi è capitato di leggere un cartello appeso ad una porta, in cui gli ignoti autori si dichiaravano contrari all'abolizione del valore legale del titolo di studio. Riprendeva la protesta partita in seguito alla decisione del governo Monti di abolire appunto il valore legale della laurea. Dal 22 marzo inoltre era anche partito un sondaggio online per raccogliere le opinioni pubbliche: naturalmente, il risultato è stato ovvio e senza sorprese. No all'abolizione.
Per quanto mi riguarda, e mettendoci dentro anche la mia personale esperienza di chi, finalmente!, sta concludendo questo ciclo di studi, l'abolizione del valore legale è più che giusto, almeno in alcuni punti. Da sempre ci lamentiamo della mancanza di meritocrazia in questo Paese e quando poi finalmente la meritocrazia ci viene presentata davanti, le giriamo le spalle. Di certo, non sono favorevole alla creazione di atenei di serie A e B: il governo affermava che aver studiato al Politecnico di Milano, ad esempio, avrebbe avuto un peso maggiore dell'aver studiato ad esempio, a Reggio Calabria. Ma sono di certo favorevole affinchè avvenga una distinzione tra Università pubbliche e private, in favore ovviamente delle prime; a parte un discorso di formazione personale che mi fa rifiutare l'idea di un elite di studenti, o che questa elite venga in un certo modo favorita nei concorsi pubblici per la provenienza da scuole in cui si sborsano milioni per avere un'istruzione e non solo per quello. E qua mi fermo, per non alimentare polemiche, sebbene chi mi conosce sa perfettamente come la penso.
Il punto più importante è che il valore dovrebbe essere eliminato per il semplice motivo che ormai, essere laureati non equivale automaticamente ad essere intelligenti e capaci. Sempre più spesso infatti, mi è capitato (ricordo che qui su questo blog io parlo sempre per esperienza personale) di avere a che fare con persone che, laureate in qualsiasi settore e non necessariamente solo nella mia stessa facoltà, non sono poi capaci nella vita di tutti i giorni di fare un discorso sensato o di scrivere in italiano senza fare quegli errori che vengono classificati come "da prima media". Purtroppo molto spesso e molte persone confondono l'aver preso un bel 110 e lode con l'avere un cervello di tutto rispetto. Ma a ben guardare alla fine non è cosi. E questo infatti poi si vede al di fuori delle Università quando i neo laureati vengono messi veramente alla prova e dove non basta imparare a memoria una paginetta da ripetere davanti al professore per saperci fare. Dove il ricordarsi a memoria una legge, una formula matematica, un procedimento linguistico servono a poco se non riesci a metterle praticamente in atto.
Ed ecco perchè mi pare più che giusto e sacrosanto che almeno nei concorsi pubblici, nei colloqui di lavoro ecc, non si debba tener minimamente conto del giudizio finale conseguito in seduta di laurea. Le vere capacità di una persona non sono di certo deducibili, per i motivi espressi su e per altri ancora, da un numero.
In effetti, va anche considerata la realtà di tutte quelle persone che per mantenersi gli studi hanno contemporaneamente lavorato togliendo, per forza di cose, parte di tempo e di attenzione allo studio e non potendo cosi ottenere voti eccelsi. O anche la realtà di quelle persone che hanno compreso perfettamente che solo con una laurea in mano ormai si fa ben poco e hanno cercato di ''racimolare' esperienza con dei lavori inerenti al loro campo di studio e che alla fine della carriera universitaria non ottengono di certo la lode, ma hanno racimolato molta più esperienza di chi invece si è dedicato solo agli studi con una capacità intellettiva degna di un criceto.Ovviamente lungi da me dal fare di tutta l'erba un fascio,
Ma qui esprimo il mio parere personale, condivisibile o meno.

E quello che ho imparato è che un buon voto non ti rende automaticamente intelligente.

1 commento:

  1. Concordo, pienamente. Avere una laurea non vuol certo dire avere un cervello pensante nè tantomeno esser + bravi, + intelligenti o + capaci. vuol dire solo aver studiato...

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