domenica 12 agosto 2012

Hard Rock Records

Avete presente l'Hard Rock Cafè? Quello delle magliette bianche che, parere personale, in quanto a bruttezza fanno concorrenza alle borse da shopper con su il nome della città in cui ci si trova?
Il colosso della ristorazione vanta ben 145 Cafè in tutto il mondo e 12 hotel, oltre a casinò ed arene per concerti;sei anni fa ha dato vita ad uno dei più importanti festival rock del mondo, che si tiene ogni anno nella londinese Hyde Park e che in quest'edizione ha regalato un memorabile incontro live tra Paul McCartney e Bruce Springsteen; adesso è giunta la notizia che sta per imbarcarsi in una nuova avventura: sta per arrivare l'etichetta discografica del ristorante, chiamato, udite udite, "Hard Rock Records". Un'operazione forse commercialmente rischiosa, vista l'attuale sfavorevole congiuntura in cui si trova il mercato discografico, sempre più surclassato dalla discografia online. Ma i tre ideatori dell'operazione, John Galloway, Blake Smith e James Buell si dichiarano fiduciosi ed infatti hanno già firmato il loro primo contratto con Rosco Bandanda, già esibitosi al festival sopracitato e di cui qui potete vedere un'esecuzione live del 2011: http://www.youtube.com/watch?v=wF8wQ96SYJw.

Ma dove sta la novità principale di quest'etichetta che dovrebbe ufficialmente essere inaugurata a settembre?
Semplicemente che i tre fondatori non vogliono fare soldi. E' tutto basato sulla logica del "no-profit": per anni il progetto discografico è stato rimandato proprio quando si arrivava davanti alla questione dei soldi, su come ottenerli; alla fine, in maniera semplice ed anche un pò naif, si è giunti alla soluzione del dilemma decidendo appunto di non fare soldi. Un'operazione filantropica. Apparentemente.
Si perchè la casa discografica metterà sotto contratto 4 band ( o cantanti) l'anno,sostenendoli per un intero anno con le normali operazioni del settore: incisione dell'album, video, tour, promozione. E nel frattempo, si cerca un'altra casa discografica (magari un pezzo grosso) che sia disposta a mettere sotto vero contratto il gruppo o il cantante in questione, che comunque potrà tenere ogni centesimo guadagnato con l'Hard Rock Records. E loro come guadagnano? Nella maniera più furba e redditizia che possa esistere: pubblicità.
Tutta un'immensa, gigantesca operazione di marketing giocata sul talento (altrui) per rilanciare (anche se effettivamente non ce n'è bisogno) l'immagine e la streets credibility del marchio. E questo, si sa, frutta molti soldi.

Marchio che ormai non ha più bisogno di presentazioni, visto che i ristoranti di tutto il mondo sono ormai luoghi di culto e il merchandising va dalle spillette ai canali a rotazione musicale no-stop. Infondo, c'è da dire per i pochi che non lo sapessero, che i ristoranti  Hard Rock oltre a prezzi abbordabili per il mangiare, offrono la possibilità di ammirare "cimeli storici" come le chitarre di Jimi Hendrix e gli abiti indossati dai Beatles. Oggi tutto ha un aria più industrializzata e meno da club per appassionati del genere: e cosi non potrebbe essere altrimenti, visto l'immensa collezione appartenente al colosso che si dice si aggiri intorno ai 30 milioni di dollari e che iniziò quando Eric Clapton chiese di appendere la sua chitarra sul muro dietro il suo tavolo preferito, per indicare a tutti che quello era il suo posto. Da li in poi, fu un susseguirsi di cimeli, alcuni ancora conservati, altri battuti all'asta.


Insomma, fin'ora il marchio londinese è stato una miniera d'oro.
Resta da vedere se la casa discografica seguirà l'aureo destino di ristoranti, alberghi e club.






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