domenica 18 marzo 2012

Distratto è bello.

Siete distratti?Ottimo!
Nella versione online del corriere della sera, ho trovato un articolo che ha fatto la mia felicità.
Quanti di noi si sono sentiti accusare di scarsa concentrazione ed attenzione, soprattutto durante le valutazioni scolastiche, riassunte dall'odiosissima frase "E' capace ma non si applica, non sta attento"? Nella nostra società l'essere sempre attenti è stato talmente esaltato da colpevolizzare chi non ne è capace; l'attenzione fa parte del patrimonio genetico di tutti gli animali, che sono "obbligati" ad essere attenti da stimoli esterni come il pericolo di un predatore o la ricerca di cibo: negli umani pericoli di questo genere sono rari e di conseguenza l'attenzione è riversata sui processi di acculturamento e sull'apprendimento scolastico. Ma come funziona l'attenzione? e' un processo di sottrazione in realtà, dove le percezioni ritenute irrilevanti vengono inibite e messe da parte concentrandosi su quelle ritenute importanti ed essenziali; è un processo che comincia ad acquisirsi intorno ai sette anni quando i bambini cominciano ad essere meno dispersivi e capaci di orientare volontariamente la propria coscienza ed attenzione. Quest'ultima però, dopo aver raggiunto un picco, tende a decrescere sostituita da una stanchezza anche di tipo emotivo. L'attenzione oltretutto è strettamente collegata con il clima culturale in cui si vive: ho già scritto che l'attenzione negli umani è strettamente collegato al processo di istruzione e nelle nostre scuole questo si snoda in insegnamento-apprendimento-valutazione dove l'attenzione è basilare e dove gli interessi personali e la fantasia hanno un valore negativo. Ma una ricerca americana ha adesso ribaltato questa teoria: le persone distratte, poco concentrate sono in realtà ben più intelligenti e molto più creativi delle persone dotate di una grande capacità di concentrazione. Dopo tutto, se l'intelligenza consiste nella capacità di realizzare connessioni, è ovvio che più si è capaci di attivare circuiti neuronali, più si dimostra di essere intelligenti: con ciò però non si vuole esaltare una totale mancanza di attenzione, dato che entrambi gli eccessi (mancanza di una e totale presenza dell'altra e viceversa) possono portare anche a stati depressivi.

Il problema a mio parere sta tutto a monte. Nelle nostre strutture scolastiche, come già scritto, essere attenti è fondamentale per percorrere al meglio il processo di insegamento-apprendimento e valutazione sui cui si basano scuole ed università: il punto è che lo studente viene stimolato...anzi, il punto è che non viene minimamente stimolato nella coltivazione di quelli che possono essere i suoi interessi personali e che sono fondamentali anche per la crescita personale e culturale dell'individuo. Nelle università americane nelle valutazioni scolastiche sono tenute in gran conto anche le attività extracurriculari che molto spesso costituiscono un punteggio fondamentale per l'accesso ai college e le università più prestigiose: la personalità dell'individuo viene cosi stimolata al massimo, e anche la sua cultura personale che nel nostro Paese è paragonata al 110 e lode di laurea. Per quanto mi riguarda, le persone più intelligenti che conosco sanno affrontare mille argomenti diversi con passione e in profondità e coltivano i loro interessi con cura, non limitandosi a studiare la lezioncina imposta da scuola ed università, infatti la maggior parte di queste persone non è laureata o si è laureata in netto ritardo sulla tabella di marcia; e al contrario, tra le persone più stupide che conosco, rientrano individui laureatesi (il femminile non è messo a caso) con il massimo dei voti, ma incapace di affrontare un qualsiasi voglia argomento che vada oltre il nozionismo scolastico/universitario e del tutto prive del minimo interesse culturale. E' necessario che le persone vengano valutate in base alla loro intelligenza a 360°, e non solo nella capacità di apprendimento che spesso può rivelarsi il saper semplicemente imparare a pappagallo la lezione. Una riforma delle valutazioni che metta al centro di esso l'individuo nella sua totalità, e un metodo scolastico che stimoli e aiuti a coltivare i propri interessi e la propria capacità d'immaginazione.

 

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