giovedì 22 marzo 2012

"Scusi, può scendere sua figlia a giocare?"

E una volta era cosi.
Dopo pranzo a guardare i cartoni animati, correndo avanti e indietro dalla mamma per sapere quando si poteva andare in cortile a giocare con la bicicletta o a pallone. Se si andava in bicicletta senza fare rumore, allora potevamo aspettare un'oretta e poi andar giù; ma col pallone no, perchè i vicini dormono e non si fa rumore. Ovviamente si prometteva, bicicletta e anche senza andare veloce. Le promesse da marinaio ovviamente, visto che appena cominciavano a scendere gli altri bambini spuntava irrimediabilmente un pallone e li era la fine: ma anche senza pallone, tre bambini erano sufficienti a organizzare tornei di nascondino o di strega mangiaqualsiasicosa; ed ecco che le mamme e i papà si affacciavano alla finestra lanciando anatemi contro i figli che facevano baccano alle 4 del pomeriggio mentre la gente dormiva, e non capendo che probabilmente facevano più rumore loro. Quindi si ritornava su, mogi mogi, ad aspettare che fossero almeno le cinque per poter tornare a giocare. E di nuovo a fare avanti e indietro dal soggiorno alla cucina dove la mamma stava lavando o anche già preparando la cena (il papà di solito si riposava o leggeva il giornale, e il papà non si disturba quando legge il giornale, con quell'aria di timore referenziale che ti infonde) a chiedere quando arrivano queste benedette cinque, pensando anche che dovremmo imparare a leggere l'orologio perchè secondo noi la mamma ci frega, e alla fine prendendo anche il solito scappellotto per (effettivamente) il continuo ronzio nelle orecchie di mamma. Alla fine, eccole che arrivavano: il papà che riporta giù la bici per te  per la sorellina, il pallone che rotola giù per le scale e finisce per strada e per un pò rimane abbandonato in un angolo; e quando a poco a poco i bambini aumentano, si fanno le squadre per giocare evitando accuratamente che quella bambina antipatica finisca nella nostra squadra, almeno se fa qualcosa di sbagliato possiamo accusarla di aver barato e magari se ci scappa, anche una bella tirata di capelli (si, ero un pò irruenta). Ovviamente va tenuta d'occhio la sorellina, non si sa mai qualcuno può anche solo inavvertitamente farle male...e tu logicamente li devi intervenire: prima prendi a calci il bambino o la bambina, poi chiami la mamma e glielo dici. E le gare di corsa? Chi arriva primo dal muretto infondo fino alle piante. No ma tu sei più avanti di un passo. No ma non è vero. Allora mi metto avanti io. Ma cosi sei avanti di due passi tu ora!Poi si partiva e vinceva sempre il solito bambino che giocava a calcio da quando aveva iniziato a camminare e aveva più fiato di noi. Ogni cinque minuti si cambiava gioco, magari inventandosene di nuovi sul momento, l'importante è che si corresse: un gioco non era un gioco se non c'era almeno una rincorsa. Poi con tutto quel correre non ti viene fame? Su dalla nonna, che ti da i soldi cosi il papà ti va a comprare il gelato e la mamma intanto ti porta in bagno a lavare mani e faccia, noncurante delle tue continue lamentele"Mamma tanto scendo di nuovo"; gelato che arriva e si ricorre giù, perchè gli altri bambini lo mangiano giù. Io ho preso nocciola e fiordilatte tu? Cioccolato e fragola, con i pezzi di fragola. Eh io c'ho le nocciole intere. Gelato finito, mani appiccicose. Ma dov'è quella bambina, non scende? Non lo so, valle a citofonare e chiedilo a sua mamma. E se mi risponde suo papà? Non si sa perchè i papà degli altri bambini ti infondono la sensazione di ricevere un no ad ogni domanda. Scusi signora può scendere sua figlia a giocare? No, per oggi basta è tardi. E noi a guardare in cielo sperando che la mamma non si accorgesse che stava già rabbuiando. Però vabbè, ancora non ci chiama, corriamo ancora. Con la nonna seduta in balcone che ti guarda e ti urla di non andare forte in bicicletta che puoi cadere. E la mamma e il papà che si aggiungono al coro, con la fantasmagorica affermazione "Se cadi non venire a piangere da me". E si cadeva. Si cadeva sempre. I produttori di cerotti dovrebbero essermi grati per tutti quelli che ho usato sulle ginocchia quando ero piccola. E non parliamo dell'acqua ossigenata che pizzica appena un pò: no mamma, no papà. L'acqua ossigenata sul ginocchio insanguinato BRUCIA.
Alla fine però se ne accorgevano pure loro. Erano le otto e papà spuntava dal portone a prendere le bici mentre la mamma diceva di recuperare il pallone e ritornare su con tua sorella, che tra poco si mangia e dovete ancora farvi le docce e c'è nonna che deve mangiare per prendersi la pillola.
Ma mamma, siamo state solo cinque minuti!




Nessun pc, nessun cellulare, nessun tablet, iphone, ipod, ipad.



Siamo sicuri che questo che abbiamo ora sia il meglio?














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