giovedì 1 marzo 2012

Caro amico ti scrivo...

Avrei dovuto usare un altro argomento per questo nuovo post, ma una notizia mi ha gettata nella tristezza più profonda. Oggi, a 69 anni, si è spento Lucio Dalla, stroncato da un infarto mentre era in Svizzera per il suo tour. Non si contano già i mille post che invadono facebook, dove ogni canzone di Lucio viene ricordata da chi lo seguiva da sempre e da chi solo da poco ha conosciuto la sua grande bravura. E su Twitter, dove si rincorrono uno dopo l'altro i ricordi e lo stupore di colleghi e amici che piangono la sua scomparsa. Generalmente  non sono una fan delle celebrazioni post mortem sui social network e tendo anche ad avere un atteggiamento ironico/dissacrante con punte di acida cattiveria. Ma questa volta no. Questa volta divento anche io parte di quella schiera di ammiratori che oggi ricordano il grande cantautore bolognese. C'è chi racconta e ricorda di quando lo vedeva passeggiare in bicicletta sotto i portici di Bologna, chi scrive che era l'unico artista che non osava chiamare per nome, ma con un rispettoso Maestro. Io da parte mia, non voglio scrivere questo post usando la stessa tecnica, un pò fredda e cinica, che usai per parlare della morte di un'altra grande artista, Whitney Houston. Perchè, e da qui il post assume connotati assolutamente personali, non si tratta solo della scomparsa  di un grande artista che ci ha regalato canzoni meravigliose come Piazza Grande e Caruso. La mia tristezza nasce da qualcosa di più malinconico: la scomparsa di una persona che ha fatto, insieme con altri artisti ovviamente, da colonna sonora a molti momenti della mia infanzia. A viaggi verso le diverse mete di vacanze estive, ascoltando mia sorella che piccolissima canticchiava "Attenti al Lupo". O le domeniche mattina, quando mio padre metteva i suoi cd e a poco a poco,io mia madre e mia sorella, cominciavamo a chiedere canzoni diverse, ognuno con le sue preferenze e ognuno con l'impazienza di voler ascoltare quella canzone prima di tutte le altre e ovviamente cantandole a squarciagola. O ancora, quando sempre con mia sorella, ci chiudevamo in camera cantando "La casa in riva al mare", alternandoci su chi dovesse di volta in volta fare il bellissimo coro finale. Le canzoni di Lucio trasmettevano semplicità, che ormai non è più facile trovare. Una semplicità che rivelava un cuore grande, umile, puro. Canzoni che parlavano di gente semplice come lui, non di eroi, ma dei dimenticati, quelli che dagli eroi vengono generalmente messi in ombra. Come nella splendida Itaca dove ad essere celebrato non è il famoso eroe Omeriano, Ulisse, ma un suo marinaio, uno di quelli mai comparsi in nessun poema, nessun racconto. "E se muori è un re che muore, la tua casa avrà un erede, quando non torno a casa entran dentro fame e sete". Ecco qui, poche semplici parole, niente frasi cripitiche o pompose, per descrivere e raccontare la differenza tra chi nasce in alto e chi nasce umile.
Riflettevo sul fatto che come lui anche Faber era un portavoce dei dimenticati, degli emarginati: ma Faber con le sue splendide canzoni, invitava alla riflessione e anche un pò alla rabbia. In Lucio invece, ciò che viene trasmesso è un senso di commozione, di tenerezza per le persone di cui lui raccontava nei suoi testi. Raccontava di un mondo che ormai non c'è più, un mondo che proprio oggi con la sua morte ha perso un altra parte importante di sè. Tutto improntato da una dolcissima malinconia di fondo, malinconia che appartiene in particolare alle persone amanti del mare. Quel mare che, come la sua Bologna, lui amava profondamente e a cui aveva dedicato tanto, anche semplici riferimenti, o intere canzoni.
Con Lucio, sembra quasi finita un epoca. L'epoca dei grandi cantautori, di canzoni fatte con amore e che conquistavano tutti perchè avevano veramente qualcosa da dire, e lo facevano nel migliore dei modi. Non come adesso, dove la voglia di conquistare la gloria e il successo hanno ormai definitivamente soppiantato la voglia di trasmettere qualcosa, di dire qualcosa.
E siamo tutti un pò tristi oggi, quasi come se avessimo perso un amico che per tanto tempo ci ha fatto compagnia, e che adesso lo farà tramite bellissimi ricordi.



"Si è la vita che finisce, ma lui non ci pensò poi tanto. Anzi, si sentì felice e ricominciò il suo canto....e se la vita non ha sogni io te li do...Voglio Morire in Piazza Grande, tra i gatti che non han padroni come me


E poi fu solo in mezzo al blu..."






1 commento:

  1. Ha scritto ciò che chi apprezzava davvero Lucio Dalla, il Maestro Lucio Dalla, ha nel cuore oggi. Io mi sono commossa quando, saputo della notizia, ho riascoltato alcune canzoni... Mi hanno sempre fatto versare qualche lacrima, proprio perchè, come osservi tu, dava voce agli umili, a quelli nell'ombra, ricchi di sensibilità e saggezza.
    Arrivava a tutti, il nostro Maestro, visto che ascoltando "Le rondini", mi crollava letteralmente il cuore, a nove anni, sentendo
    "Vorrei seguire ogni battito del mio cuore... Per capire cosa succede dentro
    e cos’è che lo muove
    Da dove viene ogni tanto questo strano dolore
    Vorrei capire insomma che cos’è l’amore
    Dov’è che si prende, dov’è che si dà".
    Ok. Mi fa piangere anche vent'anni dopo...
    Mi portava via, il nostro Maestro.
    Oggi, invece, si è portato via un po' della mia infanzia...
    Spero davvero che riposi in pace, anche se ci mancherà davvero.
    Davvero.
    Davvero.

    RispondiElimina