martedì 28 febbraio 2012

Vergogna italiana.

Capita a volte, di trovare delle notizie che ti fanno rimanere il cuore in gola. Come è appena successo a me. Una realtà italiana che personalmente ignoravo, e che mi fa letteralmente accapponare la pelle, e vergognare di far parte di questo Paese: mi riferisco alla struttura Cei di via Mattei a Bologna, un centro predisposto a trattenere coloro che, soprattutto immigrati, vengono trovati privi di documenti e restii al farsi identificare. Peccato che però, la realtà del centro sia ben diversa. E a raccontare la verità è la parlamentare del Pd Sandra Zampa, che stamattina si è recata in visita alla struttura: prima, a causa di un veto messo dal leghista Maroni, era impossibile visitarla, sopratutto ai giornalisti. Il nuovo ministro Cancellieri, ha tolto il suddetto divieto incontrando anche il favore della direttrice della struttura Anna Lombardo, la quale ha dichiarato che in questo modo tutti potranno accorgersi che la realtà non è cosi negativa come si pensa. Infatti. E' molto peggio.
Gli "ospiti", come hanno il coraggio di chiamare coloro che vengono trattenuti e rinchiusi in questa struttura anche senza motivo e senza dar loro una spiegazione, possono essere trattenuti anche per due anni per poi essere rispediti al proprio Paese d'origine, o in pochi casi, essere rimessi in libertà. Una situazione di degrado, soprattutto dal punto di vista morale: mancanza di privacy, vicinanze forzate, sbarre e telecamere che controllano tutto. E tanta comprensibile rabbia, da persone che vorrebbero spaccare tutto "perchè ormai ci hanno tolto tutto". E mi chiedo perchè nessuno intervenga per porre fine a questa vergogna. Perchè non ci sono, e spero vivamente che qualcuno intervenga  a contraddirmi, associazioni che protestano contro questa inciviltà. Contro questo schifo. Ci sono poi le storie, che contribuiscono a far salire il disgusto e la vergogna: come quella di Gloria, malata di Aids e con un fibroma che dovrebbe essere immediatamente curata ed invece rischia di essere rispedita in Nigeria, dove l'attenderebbe morte certa. O la donna a cui hanno strappato la figlia di due anni, dichiarandola ''adottabile''. E i drogati, mal curati. Storie da brivido, che mal si accostano con l'idea di Paese progredito che l'Italia vuole dare.
Ho cercato qualche informazione in più sulla struttura. Ho scoperto che si tratta di un ex caserma dell'areonautica militare e che è gestita dalla Confraternita della Misericordia. Andando quindi a cercare informazioni riguardanti la suddetta confraternita ho scoperto che si inserisce nell'ambito delle associazioni onlus e che ha come scopo (cito testualmente):
- assistere e soccorrere i colpiti da disgrazie ed i malati poveri con strumenti di natura sanitaria e non sanitaria, nessuno escluso, anche in collaborazione con altre organizzazioni
- operare in Bologna e provincia, in qualità di Associazione di fedeli laici della Chiesa 
- adoperarsi per il reperimento di fondi economici per la realizzazione delle proprie attività
E sorpresa delle sorprese, a gestire la Confraternita è il fratello di Carlo Giovanardi, Daniele. E per ogni  detenuto la Confraternita s'intasca ben 70 euro al giorno. Alla faccia della misericordia. E lo sportello per i diritti è stato chiuso. Guantanamo, dei lager.
E nel 2011 un gruppo di anarchici era stato denunciato per diffamazione e interruzione di funzione religiosa: la Digos denunciò nove ragazzi di Modena e Bologna, che avevano anche stampato dei volantini raffiguranti Daniele Giovanardi in tenuta nazista. Il blitz di protesta aveva scatenato a sua volta le proteste di Giovanardi e delle autorità ecclesiastiche che avevano incredibilmente espresso solidarietà al presidente della Confraternita. Dico incredibilmente, perchè è incredibile che si schierino a favore di uno schifo simile. Ma magari, concediamo il beneficio del dubbio, ignorano tutto ciò. 
Ad ogni modo, fortunatamente ogni tanto ci si ricorda dell'esistenza dell'Articolo 21 della Costituzione, quello sulla libertà di pensiero: è stato quindi deciso che definire lager quei luoghi non costituisce alcun reato.
Anche perchè, la stessa Amnesty International ha equiparato quei luoghi a luoghi di detenzione.


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