domenica 19 febbraio 2012

Cronaca di una vittoria annunciata

Come già in qualche modo previsto nel mio post precedente, anche questo festival di Sanremo ha visto il trionfo della partecipante di un talent show. La vittoria è stata decisa tramite il voto dell'orchestra e dei giornalisti, che hanno portato sul podio tre donne, Arisa, Noemi e appunto, Emma; data come vincitrice la prima delle tre, il meccanismo del golden share ha poi decretato il trionfo della cantante fiorentina. Niente di  nuovo all'orizzonte quindi. Ancora una volta, oramai, i talent show si dimostrano gli assoluti dominatori di gusti, preferenze e classifiche della massa e anche dei giornalisti che si rendono evidentemente conto che far vincere una di Amici fa più pubblicità visto l'enorme seguito di persone che sono ormai assuefatti a questi programmi televisivi e sono, ahimè, convinti che sia questo il modo per arrivare al successo, in barba a sacrifici e studio. Insomma, un qualche stupore per la sua vittoria è decisamente ridicolo e anche un pò fuori luogo: a Sanremo il talento non è stato mai, o quasi mai premiato. Ho già specificato che durante il festival non sono riuscita a sentire le canzoni, visto che (e mi autocito) "il mio cervello non le recepisce"; ho quindi rivisto i video di alcune, tutte proprio non ce l ho fatta!, esibizioni. La canzone vincitrice, è una di quelle canzoni apparentemente profonde ed impegnate socialmente, ma che in realtà nasconde una furbizia e una banalità quasi ridicole: mi hanno fatto notare che il tema della canzone, una specie di preghiera a Dio affinchè aiuti le persone più in difficoltà, era molto simile alla canzone vincitrice dello scorso anno, "Chiamami ancora amore" di Roberto Vecchioni...furbizia di Emma e dei suoi autori che riprendono il filone dell'impegnato sapendo che attira sempre consensi? Se poi ci si ferma a leggere con attenzione le parole del brano, ci si accorge che effettivamente l'aggettivo banale è quello più accostabile, accompagnato da una musica egualmente banale e a tratti anche "pomposa": il tema del soldato che si sacrifica per il Paese e poi non riesce ad arrivare a fine mese, il ragazzo di 30 anni che teme il matrimonio, le persone buone che ancora credono nel bene. Mancava solo che il latte è ricco di calcio, e che non esistono più le mezze stagioni ed il pout pourri di luoghi comuni era bello che completo. Fosse stato per me, avrei scelto come canzoni vincitrici ben altre e ben altri cantanti, molto più talentuosi e con testi molto più belli di quello di Emma. Come ad esempio quello dei Marlene Kuntz che, eliminati alla prima serata anche un pò ingiustamente, hanno affrontato un tema importante, quello della felicità, in maniera totalmente contrapposta a quello della vincitrice: la loro è infatti una canzone solo in apparenza semplice, ma che ad una lettura ed ascolto più approfondito, si dimostra appunto ben più profondo e, a mio parere, bello e non scontato. O anche quello di Arisa che forse meritava più del secondo posto, grazie ad un testo poetico e sensibile, frutto di un'esperienza personale e quindi molto più sentito di molti altri. Una menzione speciale, a livello di testo io voglio farla a Bersani che si rivela sempre per il grande cantante che è (ormai rarità in Italia): devo ammettere che sentito superficialmente il suo sembra anche abbastanza stupido ed insignficante, accompagnato da una musichetta che lo rende anche un pò una marcetta; invece rileggendolo ho notato una sorta di similitudine tra questo pallone rubato, bloccato e infine bucato e le emarginazioni sociali. O forse è solo un mio film personale. A livello di talento invece, sicuramente c'è da citare Nina Zilli a cui va anche il mio personale applauso per aver scelto di ispirarsi ad una grande come Mina, alla faccia di chi la critica proprio per questo. E un applauso personalissimo va a Chiara Civiello: cantante siciliana (Modica) è una polistrumentista (piano e chitarra) che scrive le proprie canzoni in italiano, inglese e portoghese, si è diplomata alla scuola di musica indipendente di Boston Berklee College, che ha visto tra i suoi studenti Joey Kramer degli Aereosmith, Quincy Jones e John Mayer, e ha ben 4 album di jazz già pubblicati durante la sua carriera.
Emma ha vinto Amici ed un altro talent show, il cui scopo era quello di formare l'ennesima pop band in stile Lollipop. Ma in Italia appunto, il talento viene trattato come carta straccia ed ecco che una viene eliminata e l'altra, per non si sa quale assurdo motivo se non puramente commerciale, vince il festival della canzone italiana.

Ma mentre in Italia il talento è preso a pesci in faccia, fortunatamente dall'estero arrivano le dovute soddisfazioni e i dovuti riconoscimenti. Alla 62 esima edizione del Festival del Cinema di Berlino hanno trionfato gli italiani fratelli Taviani con il film "Cesare deve morire": girato interamente nel carcere romano di Rebibbia, il docufilm si basa sull'opera sheakspeariana Giulio Cesare che i detenuti del carcere rimettono in scena come spettacolo teatrale, mostrando, nonostante i crimini commessi, la loro umanità più profonda. Ed un premio, quello del pubblico, è stato assegnato anche a Daniele Vicari e al suo film sulla scuola Diaz di Genova e ai fatti che la videro tristemente protagonista nel G8 del 2001.
Un bel riconoscimento per il cinema italiano che ha dimostrato di saper ancora produrre qualità ed ottenere ciò che merita (sebbene non nella propria terra..ma si sa, nemo propheta in patria).

C'è da sperare che lo stesso riconoscimento ai veri talenti si faccia anche il prossimo anno alla nuova edizione del Festival di Sanremo...se proprio devono farlo.

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