sabato 18 febbraio 2012

Il declino della cultura

Avendo un mal di testa lancinante a causa del freddo preso, che mi fa passare la voglia, nonostante sia sabato, di mettere piede fuori casa, ho deciso di dedicarmi alla ricerca di un film da vedere. E mentre spulciavo tra i titoli di film prodotti negli ultimi anni, mi sono accorta che nessuno attirava la mia attenzione. Sono da sempre un'appassionata di cinema, ma del cinema con la C maiuscola. Da quando ero piccola infatti, i miei genitori hanno avuto la bellissima abitudine di far vedere, a me e mia sorella, un film a settimana: il primo che ricordo d'aver visto, esclusi i cartoni della Disney (precisiamo che ero anche abbastanza piccola) è stato Miracolo a Milano, il film neorealista di De Sica che descriveva la Milano degli anni subito conseguenti alla fine della seconda guerra mondiale. E ancora, una serie di film che sono entrati sia nella storia che nel mio cuore. Tra tutti, quello che forse amo di più e che non mi stanco mai di rivedere, "Via col vento". A prescindere dalla storia che fa da cornice al film (la guerra di secessione americana che vede contrapposte le forze sudiste e nordiste) l'aspetto che da sempre mi ha affascinata è la protagonista principale, interpretata dalla meravigliosa Vivien Leigh, Rossella O'Hara. Rossella è l'antieroina per eccellenza: bellissima, è anche determinata e testarda, oltre che un pò egoista e non esita a sfruttare anche i suoi familiari per raggiungere lo scopo di una vita agiata e tranquilla, magari al fianco del suo adorato Ashley. Eppure, nonostante la cattiveria di base che il personaggio nasconde, è uno dei personaggi più amati del cinema e attira più simpatie di quelle che ottiene il personaggio di Melania Hamilton (Olivia de Havilland) che per caratteristiche quali la bontà, la mitezza e l'altruismo, dovrebbe essere ed è l'eroina del film. Via col vento è il film per eccellenza, quello che in tutte le classifiche cinematografiche è sempre primo. Merito della bravura del regista e degli attori che lo interpretano. E a me una domanda sorge spontanea..ma perchè di questi talenti non ne esistono più? Una volta i nostri genitori,i nostri nonni, vedevano film come Il padrino, C'era una volta in America, Matrimonio all'italiana (giusto per citarne alcuni). I cosidetti ''flop'' rappresentavano una percentuale irrisoria, mentre adesso sono i capolavori a costituire una percentuale irrisoria. Ovviamente, ricordo che ogni cosa che scrivo è frutto di riflessioni personali, condivisibili o meno. Ma ciò che io ho osservato è un lento declino: non saprei specificare o fermare una data precisa nel tempo da cui questa debacle culturale ha avuto inizio. Improvvisamente, forse senza neanche accorgercene, si è passati da personaggi come Rossella O'Hara, quelli più dolci interpretati da Grace Kelly o anticonformisti come Holly Golightly di Audrey Hepburn (senza citare la bravura delle nostrane Loren o Lollo, o di attrici straniere come  la Taylor o Diane Keaton)ad attricette di quart'ordine, senza nessun talento se non fisico, prive di spessore e di capacità di coinvolgimento del pubblico, oltre che monoespressive. Le poche attrici talentuose rimaste, sono sopraffatte dal dilagare inarrestabile di starlette che non si sa chi le ha piazzate li. E non parliamo degli attori maschili, perchè i cultori del cinema come me potrebbero veramente deprimersi a pensare che si è passati da attori del calibro di Clarke Gable, Robert De Niro e Vittorio De Sica ad attoruncoli da strapazzo, come il figlio dell'ultimo citato che, non me ne vogliano i suoi fan, dal padre in quanto a talento non ha ereditato niente. E dei registi nemmeno a parlarne. I pochi che ancora producono film di qualità non sempre riscuotono il successo dovuto, a causa anche dei gusti della massa che incorona film campione di incassi i vari cinepanettoni nostrani o quelli sui college americani. E quando qualcuno prova a cimentarsi, a causa forse di mancanza di fantasia o forse in onore del film in questione, in sequel non ufficiali o in remake,non sempre il risultato è glorioso e al pari delle aspettative. Tra quelli di cui ho un ricordo peggiore ci sono il sequel di Via col Vento, Rossella, e il remake di produzione italo-austriaca "Sissi". E il paragone tra la meravigliosa Romy Schneider e Cristiana Capotondi viene consequenziale e, per ciò che mi riguarda, tutto a sfavore della seconda. Sembra quasi che il talento artistico diminuisca man mano che si vada avanti. Anche i gusti del pubblico sono decisamente cambiati, a causa anche di una certa televisione che ha sdoganato la mancanza di talento, la volgarità e la presunzione che per essere qualcuno non servano i sacrifici, ma basta vincere un talent show. Riguardo a quest'ultimo argomento, mi ha fatto riflettere la puntata di ieri di Sanremo, quella che di solito è caratterizzata dalla presenza di ospiti stranieri. Senza star a discutere dell'ormai massiccia presenza dei vincitori dei vari amici ed xfactor, mi ha colpito anche in questo caso il lento declino che si è riflettuto anche sul festival della canzone italiana: una volta gli ospiti stranieri erano del calibro dei Queen o di Whitney Houston, mentre ieri le attese erano per i terzi classificati dell'X Factor inglese, tali One Direction. Preannunciati più volte da  un Morand decisamente poco convinto di ciò che lui stesso doveva dire, che li ha definiti continuamente come i detentori del primo posto per i dischi venduti e con un alto numero di visualizzazioni su youtube (come se il talento possa essere numerificato), i 5 ragazzini hanno dato vita alla solita esibizione banale, su musica banale e già sentita e con un testo che è un capolavoro di frasi fatte e luoghi comuni, e facendosi notare molto di più per il loro abbigliamento, le loro pettinature finto spettinate e le loro mossette e ammiccamenti alla telecamera studiate a tavolino. Una volta la bravura dei cantanti li faceva anche sembrare belli, mentre adesso è il contrario: si giudicano bravi i cantanti, o gli attori, solo perchè belli. Un esempio su tutti i Beatles: sicuramente non belli, ma indubbiamente uno dei migliori gruppi di tutti i tempi e la cui bravura indiscutibile li faceva apparire anche affascinanti (per quanto mi riguarda, il talento di John Lennon lo rende per me uno degli uomini più belli, sebbene mi renda conto che oggettivamente non è proprio vero). Ma evidentemente se questi gruppetti riscuotono tanto successo  e se  il loro numero di vendite è tanto alto, ciò che vuole il pubblico, la massa è questo. Ed ecco che arriviamo al bandolo della matassa: i gusti del pubblico sono cambiati nel tempo, adeguandosi agli input di coloro che sono considerati degli opinion leader. E' un cane che si morde la coda, dove la televisione, il cinema e la musica influenzano gli opinion leader che a loro volta influenzano le masse e di conseguenze anche i settori sopra citati. Quello che ancora non capisco, è il passaggio che ha determinato il successo di questi cantanti, attori e perchè no scrittori (come non ricordare Moccia?..che, tanto per chiudere il cerchio, è uno degli autori sanremesi)

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