domenica 26 febbraio 2012

Quando la realtà supera...la fiction

Tra polemiche calcistiche su goal annullati, le immancabili querelle su "l'ici alla Chiesa si/l'ici alla Chiesa no", sfogliando virtualmente le pagine di alcuni quotidiani nazionali sono rimasta colpita dalla notizia riguardante una baby gang di Manfredonia i cui componenti, ragazzi tra i 15 e i 16 anni, sono stati arrestati dalla polizia per aver compiuto rapine ai danni di alcune attività commerciali. L'aspetto più preoccupante e che ha fatto sorgere in me una nuova riflessione, è la modalità di preparazione che questi ragazzini adottavano per mettere a segno i loro piani: la polizia ha trovato un nascondiglio dove c'erano , non solo com'era forse prevedibile, armi e indumenti usati per la rapina ma anche video di film come "Vallanzasca, gli angeli del male" o "Il capo dei capi"; sembra che i ragazzini usassero questi film per "capire" come mettere al meglio in pratica le loro intenzioni criminali. Non che sia una novità: il clichè del gruppo di ragazzini benestanti, figli di genitori che non fanno mancare loro nulla, ma che per un motivo o per un altro decidono di provare l'ebbrezza (?) del crimine sta ormai passando di moda, visto che ogni due per te, i giornali vengono riempiti di notizie come queste. Ovviamente, non sto assolutamente dicendo che solo perchè più o meno assidue, queste notizie devono smettere di scandalizzare e far riflettere. Ma non è su questo punto che vuole vertere la mia riflessione, bensì, sull' influenza che la televisione e questi telefilm e film possono avere sui ragazzini, a volte troppo annoiati e a volte troppo stupidi per analizzare e rendersi conto che, nonostante questi criminali vengano elevati ad eroi da registi ed attori, non sono assolutamente personaggi da prendere ad esempio. Prendo come spunto il telefilm andato in onda due anni fa, Romanzo criminale, che ha avuto sicuramente più influenza e un impatto maggiore del precedente ed omonimo film, la cui regia era firmata da Michele Placido. Io stessa ho guardato più volte il telefilm e devo dire che ne sono rimasta piacevolmente colpita: sia per la storia, che comunque non conoscevo bene e che mi ha molto appassionata, sia per la struttura tecnica del programma televisivo e la recitazione degli attori. Ma è ovvio che per quanto fatto bene, era un telefilm che in un certo senso celebrava un gruppo di criminali che negli anni 70 mise a ferro e fuoco la capitale: concentrandosi sull'aspetto umano dei protagonisti, si rischia quasi di voler dare loro una giustificazione oltre che un area di eroismo che poco gli si adatta e che sicuramente non devono avere e che non hanno. E se comunque ognuno ha libertà di espressione e di esprimere la propria arte come meglio crede, registi compresi, va fatta comunque una cernita del pubblico a cui riservare la visione di questi prodotti, soprattutto se poi accadono episodi come quello di Manfredonia. E' chiaro che i quindicenni rappresentano la parte più influenzabile del pubblico televisivo, collocandosi in quella fascia di età in cui  non si sa se si è, e se si vuole essere, carne o pesce: con menti cosi facilmente plagiabili, in bene o in male, si dovrebbe riflettere molto prima di decidere la messa in onda di questi telefilm e film o, perlomeno, abbinare a questi, dei documentari che spieghino la realtà di quello che viene trasmesso, il vero aspetto di quei personaggi che poi i ragazzini deficienti si mettono ad emulare, credendo di diventare chissà chi e forse di essere emulati da altrettanti ragazzini deficienti un pò troppo ignorati ed ignoranti. Alla base di tutto, a mio parere, c'è la mancanza di un'adeguata informazione: chiunque avesse un minimo di conoscenza anche di base, si guarderebbe dal provare ammirazione e senso di imitazione per personaggi come il Libanese o Vallanzasca. Ammirerebbe il prodotto dal punto di vista tecnico e forse anche contenutistico, ma riguardo quest'ultima parte, non li condividerebbe di certo. O magari, se proprio queste visioni "artistiche" di fatti noti sono inevitabili, alterniamoli a fiction e film che riguardino personaggi che invece hanno fatto qualcosa di buono, sperando che i ragazzi prendano più ad imitazione questi ultimi. E sinceramente, a questo punto, credo che ci si dovrebbe firmare a riflettere sul perchè il negativo influenza di più:  perchè i cattivi attirano di più? Forse perchè i buoni, gli eroi, vengono dipinti come poco umani e quindi irragiungibili?
Non è ovviamente un j'accuse che coinvolge tutta la popolazione mondiale dei quindicenni anzi...forse mi scaglio più contro chi distribuisce queste cose, ben sapendo che alcune conseguenze, essendoci state in passato, possono esserci ancora.



                                               

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